Pasquale Ruju |
INTERVISTA
A
|
|
PASQUALE
RUJU,
|
|
SCENEGGIATORE
DI “TEX”
|
|
Tex Albo Speciale n. 30 Tempesta su Galveston |
Nato a Nuoro nel
1962, dopo la maturità classica si laurea in Architettura a Torino.
Appassionato di teatro e di cinema, si diploma al Laboratorio Teatrale di
Torino.
Successivamente collabora con "Ipotesi Cinema", la scuola fondata da Ermanno Olmi, e realizza diversi cortometraggi, fra cui il recente "Password", e il lungometraggio "Tempo di mezzo".
Dopo varie esperienze teatrali e televisive, dal 1989 si occupa di doppiaggio, dando la voce a molti personaggi di serie televisive e dei cartoni animati.
Debutta nel mondo del fumetto nel 1995, scrivendo la storia breve "Il vicino di casa" per Dylan Dog, pubblicata su Dylan Dog Gigante n° 4. Da allora, ha al suo attivo oltre settanta sceneggiature con protagonista l'Indagatore dell'Incubo, più varie altre storie per Nathan Never, Tex e Dampyr, oltre alla miniserie Demian, da lui creata, uscita a partire dal maggio 2006, di cui ha sceneggiato tutti e diciotto gli episodi più quattro numeri speciali.
Nel 2010 fa il suo esordio in edicola Cassidy, miniserie di cui realizza tutti i diciotto albi. Oltre a proseguire con le sceneggiature di Dylan Dog e Tex, scrive anche per le Storie.
Tex n. 598 La prova del fuoco |
Tex 598, 599, 621, 622, 625, 626, 645, 646, 666, 667, 680, 681, 684, 685, 688, 689, 690, 691, 692, 693, 694, 703, 704, 708, 709, 719, 720, 721, 722; Almanacco del West 2004, Almanacco del West 2008, Almanacco del West 2015; Maxi Tex n° 18; Maxi Tex n° 20; Maxi Tex n° 22, Maxi Tex 25, Maxi Tex 26; Speciale Tex 29, Speciale Tex 30; Color Tex 2, Color Tex 4, Color Tex 8, Color Tex 11, Color Tex 12, Color Tex 13, Color Tex 18; Tex Romanzi a Fumetti 9, Tex Romanzi a Fumetti 11; Tex Magazine 1; Tex Willer 14, Tex Willer 15, Tex Willer 16, Tex Willer 17.
Tex n. 625 Le catene della colpa |
È un cognome sardo, che vuol dire “rosso”. È tipico del centro della Sardegna, la Barbagia.
Tu hai visitato il Brasile? E gli
Stati Uniti dell’America, il più grande palcoscenico delle avventure di Tex?
Sono stato diverse volte in Brasile ma sempre sulla costa (Rio, Bahia, Natal). E sono stato anche in Arizona, e poi alla Monument Valley. Posti magnifici, da vedere almeno una volta nella vita.
Qual’è il tuo sport prediletto?
Ho praticato per molti anni le arti marziali, soprattutto Karate e TaeKwonDo. Oggi faccio solo un po’ di sacco e vado a correre. L’età avanza...
Tu hai ricevuto quali premii per la
tua carriera artistica?
Per la sceneggiatura, ho avuto il Premio Cartoomics nel 2004. Poi vari altri, tra cui il premio U Giancu, assegnato a protagonisti importantissimi del mondo del fumetto, come Hugo Pratt, Sergio Bonelli, Sergio Toppi, Milo Manara e Guillermo Mordillo.
Le tue esperienze nel teatro e
nella televisione sono utilizzate nelle tue sceneggiature di fumetti?
Sceneggiare è un mestiere che richiede competenze anche molto diverse. Dall’esperienza teatrale e televisiva ho preso il ritmo delle battute, e la loro costruzione “cinematografica” più che letteraria. Ogni battuta deve poter essere letta ad alta voce e risultare credibile, come lo è nella mente del lettore.
Tu fai sbozzi delle tavole delle storie per i disegnatori?
Di solito no. Fornisco descrizioni accurate e
materiale documentario (mappe, fotografie, illustrazioni a tema) per rendere
più facile il loro lavoro.
Quali sono gli tuoi personaggi
prediletti dei fumetti?
Fra i “classici” bonelliani, Tex, Dylan Dog e Mister No. Ma leggo un po’ di tutto. Amo molto il fumetto sudamericano e quello francese. Leggo Blueberry, Dago, Alpha, Cayenna, Largo Winch, Blacksad, per citarne solo alcuni. Leggo anche gli americani, ma sempre meno i supereroi. Ci sono molti volumi interessanti di genere noir, negli ultimi anni, da “Sin City” di Miller a “Southern Bastards” e “100 Bullets”, per fare un esempio.
Di quali personaggi dei fumetti ti piacerebbe scrivere le storie?
Mi sarebbe piaciuto scrivere storie per Mister No, personaggio che ho amato molto e con cui sono cresciuto. Poi sicuramente Diabolik, e fra gli americani il Punisher, un carachter dalle grandi potenzialità.
Come hai avuto l’invito a scrivere
“Tex”? Tu hai avvertito qualche apprensione davanti alla responsabilità in
lavorare con il più grande personaggio dei fumetti italiani?
Di certo è un impegno importante, e una grande responsabilità. Fu Sergio Bonelli il primo a propormi di entrare nella “squadra” texiana. All’epoca scrivevo soprattutto per Dylan Dog e cominciavo a lavorare alle mie serie (Demian, Cassidy). Feci qualche sceneggiatura per gli Almanacchi, ma sarebbe stata la storia “La prova del fuoco” (Tex n. 598-599) a farmi entrare definitivamente nello staff degli sceneggiatori di Tex.
C’è differenza fra sceneggiare una edizione speciale di Tex, come “Color Tex” o “Almanacco del West”, e una storia della serie regolare?
La maggiore differenza è
il numero di tavole, più breve, che richiede una storia adatta a chiudersi in
poco spazio. Per il resto, le dinamiche e i personaggi sono gli stessi, e così
l’impegno che va messo per i disegni e le sceneggiature.
Quali sono
le tue preferenze riguardo alla struttura delle tue sceneggiature? Per esempio,
tu preferisci scrivere avventure solitarie di Tex o ti diverti cogli quattro
pards in azione?
Mi piace cambiare. Se ho fatto un’avventura con Tex “in solitaria” di solito preferisco nella storia dopo avere anche Carson, o se possibile tutti gli quattro pards. Una buona storia di Tex viene arricchita dalla presenza dei comprimari, come anche di “cattivi” all’altezza del nostro eroe.
Trovi
interessante esplorare il passato di Tex nella sua nuova serie? Quali le
possibilità e i limiti che identifichi in questa impresa?
Di certo scrivere il “giovane” Tex è stato molto divertente. È un personaggio un po’ diverso dal ranger che conosciamo. Meno maturo e meno infallibile. Bisogna avere molta cautela nel trattare il passato di Tex, detto questo, Gian Luigi Bonelli ha lasciato spazio sufficiente, nella storia del personaggio, da poter inserire molte nuove avventure senza tradirne la storia.
Che marchio
cerchi di imporre nelle tue sceneggiature?
Nessun marchio. Se scrivo Tex (o Dylan Dog) mi metto soprattutto al servizio del personaggio e dei suoi lettori, un po’ come un attore che si immedesima in un ruolo. Resto sempre io, ma la scrittura si adatta a quel particolare “eroe”. Se invece scrivo storie mie, lo faccio con il mio stile, che credo sia ben riconoscibile da parte dei lettori, con il suo ritmo, i dialoghi serrati, e i personaggi caratterizzati meglio che sia possibile. È un lavoro che mi diverte sempre molto.
In qualche storia di Tex ci sono
elementi di fantascienza e soprannaturale. Qual è la tua opinione su queste
storie?
Le amo molto. Tex è un western realistico (pur nel suo mito), ma ogni tanto è bello che sconfini nel soprannaturale. Le storie di Mefisto e Yama, ancora oggi, sono fra le più apprezzate dai lettori.
Possono esserci modifiche nei personaggi dei fumetti. Tu farai qualche modifica in Tex?
Sicuramente no.
Nel 2000, Sergio Bonelli ha
scritto: “Blueberry, il fratello francese di Tex”. Qual è la tua opinione sulla
frase del mitico editore?
Sono personaggi diversi, ma d’altro canto Francia e Italia sono paesi differenti, con differenti sensibilità. Tex e Blueberry sono fratelli diversi. O forse soltanto cugini.
Cosa pensi di una storia con Mike Blueberry e Tex Willer insieme?
Sarebbe interessante, ma non credo che la leggeremo
mai.
Tu hai visto i film “Tex e il
Signore degli abissi” e “Blueberry, l’expérience secrète”?
Sì. Non ho amato nessuno dei due. Troppo lontani dalla mia idea dei personaggi e del loro mondo.
Tex e Blueberry sono stati pubblicati in più di 20 paesi. A cosa è dovuto il successo dei due eroi del western?
Il western è un genere che non morirà mai. I suoi
eroi, sempre uguali dopo tanti anni, costituiscono per noi una certezza, e una
fuga da un mondo complicato. Nel West, le regole sono semplici, è facile
entrare nelle storie, divertirsi, immedesimarsi. Per questo così tanti lettori
continuano a seguire i nostri due eroi.
Qual è il tuo punto di vista su
pubblicazioni di nuovi titoli di fumetti western?
Ci sono state proposte molto interessanti (fra tutti Magico Vento), e vedo apparire nuovi personaggi. Spero sempre che abbiano successo, e qualche volta accade. Come ho detto, il western non morirà mai!
Tex Romanzi a Fumetti n. 9 L’uomo dalle pistole d’oro |
Pasquale Ruju |
ENTREVISTA
COM
|
|
PASQUALE
RUJU,
|
|
ROTEIRISTA
DE “TEX”
|
|
Tex n. 693 Il ritorno di Proteus |
Nascido em Nuoro,
Itália, em 1962, após o ensino médio clássico ele se laureia em Arquitetura em
Turim. Apaixonado pelo teatro e pelo cinema, ele se diploma no Laboratorio
Teatrale di Torino.
Sucessivamente, ele colabora com “Ipotesi Cinema”, a escola fundada por Ermanno Olmi, e ele realiza diversos curtas-metragens, entre os quais o recente “Password”, e o longa-metragem “Tempo di mezzo”.
Depois de várias experiências teatrais e televisivas, desde 1989 ele se ocupa de dublagem, dando a voz a muitos personagens de séries televisivas e dos desenhos animados.
Debuta no mundo da história em quadrinhos em 1995, escrevendo a histórica breve “Il vicino di casa” para “Dylan Dog”, publicada em “Dylan Dog Gigante” nº 4. Desde então, ele tem ao seu ativo mais de setenta roteiros com o protagonista O Detetive do Pesadelo, mais várias outras histórias para “Nathan Never”, “Tex” e “Dampyr”, além da minissérie “Demian”, por ele criada, saída a partir de maio de 2006, de cuja ele roteirizou todos os dezoito episódios mais quatro números especiais.
E Em 2010, faz a sua estreia em banca de revistas “Cassidy”, minissérie de cuja ele realiza todos os dezoito álbuns. Além de prosseguir com os roteiros de “Dylan Dog” e “Tex”, ele escreve também para “Le Storie”.
Tex n. 709 La furia di Makua |
Roteirista, ele
realizou “Tex” números:
“Tex” 598, 599, 621, 622, 625, 626, 645, 646, 666, 667, 680, 681, 684, 685, 688, 689, 690, 691, 692, 693, 694, 703, 704, 708, 709, 719, 720, 721, 722; “Almanacco del West” 2004, “Almanacco del West” 2008, “Almanacco del West” 2015; “Maxi Tex” n° 18; “Maxi Tex” n° 20; “Maxi Tex” n° 22, “Maxi Tex” 25, “Maxi Tex” 26; “Speciale Tex” 29, “Speciale Tex” 30; “Color Tex” 2, “Color Tex” 4, “Color Tex” 8, “Color Tex” 11, “Color Tex” 12, “Color Tex” 13, “Color Tex” 18; “Tex Romanzi a Fumetti” 9, “Tex Romanzi a Fumetti” 11; “Tex Magazine” 1; “Tex Willer” 14, “Tex Willer” 15, “Tex Willer” 16, “Tex Willer” 17.
Tex n. 721 Attentato a Montales |
Qual é a origem do sobrenome Ruju?
É um sobrenome sardo que quer dizer “rosso”
(vermelho). É típico do centro da Sardenha, a Barbagia.
Tu visitaste o Brasil? E os Estados Unidos da América, o maior palco das aventuras de Tex?
Eu estive diversas vezes no Brasil, mas sempre na
costa (Estados do Rio de Janeiro e da Bahia e na cidade de Natal). E eu estive
também no Arizona e depois no Monument Valley. Lugares magníficos, para ver ao
menos uma vez na vida.
Qual é o teu esporte predileto?
Eu pratiquei por muitos anos as artes marciais,
sobretudo caratê e taekwondo. Hoje, eu faço só um pouco de saco de pugilismo e
eu vou correr. A idade avança...
Tu recebeste quais prêmios pela tua carreira artística?
Pelo roteiro, eu tive o Premio Cartoomics em 2004.
Depois vários outros, entre cujos o prêmio U Giancu, consignado a protagonistas
importantíssimos do mundo da história em quadrinhos, como Hugo Pratt, Sergio
Bonelli, Sergio Toppi, Milo Manara e Guillermo Mordillo.
As tuas experiências no teatro e na televisão são utilizadas nos teus roteiros de histórias em quadrinhos?
Roteirizar é um ofício que requer competências
também muito diversas. Da experiência teatral e televisiva eu peguei o ritmo
das falas e a sua construção cinematográfica mais que literária. Cada fala deve
poder ser lida em alta voz e resultar credível, como o é na mente do leitor.
Tu fazes esboços das pranchas das histórias para os desenhistas?
De sólito não. Eu forneço descrições acuradas e
material documentário (mapas, fotografias, ilustrações do tema) para tornar
mais fácil o trabalho deles.
Quais são os teus personagens prediletos das histórias em quadrinhos?
Entre os clássicos bonellianos, Tex, Dylan Dog e
Mister No. Mas eu leio um pouco de tudo. Eu amo muito a história em quadrinhos
sul-americana e aquela francesa. Eu leio Blueberry, Dago, Alpha, Cayenna, Largo
Winch, Blacksad, para citar só alguns. Eu leio também os americanos, mas sempre
menos os super-heróis. São muitos volumes interessantes de gênero noir, nos
últimos anos, de “Sin City” de Frank Miller a “Southern Bastards” e “100
Bullets”, para dar um exemplo.
Tu gostaria de escrever histórias de quais personagens das histórias em quadrinhos?
Eu gostaria de escrever histórias para Mister No,
personagem que eu tenho amado muito e com cujo eu cresci. Depois seguramente
Diabolik, e entre os americanos o Justiceiro, um personagem das grandes
potencialidades.
Como surgiu o convite para escrever Tex? Tu sentiste algum receio frente à responsabilidade em trabalhar com o maior personagem das histórias em quadrinhos italianas?
Decerto é um compromisso importante e uma grande
responsabilidade. Foi Sergio Bonelli o primeiro a propor-me de entrar na equipe
texiana. À época, eu escrevia, sobretudo, para “Dylan Dog” e eu começava a
trabalhar às minhas séries (“Demian”, “Cassidy”). Eu fiz alguns roteiros para
os “Almanacco del West”, mas seria a história “La prova del fuoco” (“Tex” nº
598 e 599) a fazer-me entrar definitivamente no staff dos roteiristas de “Tex”.
Há diferenças em roteirizar uma edição especial de Tex, como “Color Tex” ou “Almanacco del West”, e uma história da série regular?
A maior diferença é
o número de pranchas, mais breve, que requer uma história adaptada a fechar-se
em pouco espaço. Para o resto, as dinâmicas e os personagens são os mesmos, e
assim o compromisso que vai colocado para os desenhos e os roteiros.
Quais as tuas preferências quanto à estrutura de teus roteiros? Por exemplo, tu preferes escrever aventuras solitárias de Tex ou tu te divertes com os quatro pards em ação?
Agrada-me mudar. Se eu
fiz uma aventura com Tex “em solitária”, de solito prefiro na história, depois,
ter também Carson, ou se possível todos os quatro pards. Uma boa história de
Tex vem enriquecida pela presença dos companheiros, como também de maus à
altura do nosso herói.
Tu achas interessante explorar o passado de Tex em sua nova série? Quais as possibilidades e os limites tu identificas nessa empreitada?
Decerto escrever o jovem Tex tem sido muito
divertido. É um personagem um pouco diverso do ranger que conhecemos. Menos
maduro e menos infalível. É necessário ter muita cautela ao tratar o passado de
Tex, dito isso, Gian Luigi Bonelli deixou espaço suficiente, na história do
personagem, para poder inserir muitas novas aventuras sem trair a história.
Que marca tu procuras impor em teus roteiros?
Nenhuma marca. Se eu
escrevo “Tex” (ou “Dylan Dog”), eu me coloco, sobretudo, a serviço do
personagem e dos seus leitores, um pouco como um ator que se identifica em um
papel. Fico sempre eu, mas a escritura se adapta àquele particular herói. Se ao
invés eu escrevo as minhas histórias, o faço com o meu estilo, que eu creio
seja bem reconhecível por parte dos leitores, com o seu ritmo, os diálogos fechados,
e os personagens caracterizados o melhor que seja possível. É um trabalho que
me diverte sempre muito.
Em algumas histórias de Tex há elementos da ficção científica e do sobrenatural. Qual é a tua percepção sobre isso?
Amo-as muito. “Tex” é um western realístico
(enquanto no seu mito), mas cada tanto é belo que passe a fronteira no
sobrenatural. As histórias de Mefisto e Yama, ainda hoje, são as mais
apreciadas pelos leitores.
Acontecem modificações em personagens de histórias em quadrinhos. Tu farias alguma modificação em Tex?
Seguramente não.
Em 2000, Sergio Bonelli escreveu: “Blueberry, o irmão francês de Tex”. Qual é a tua opinião sobre a frase do mítico editor?
São personagens diversos, mas por outro lado França
e Itália são países diferentes, com diferentes sensibilidades. Tex e Blueberry
são irmãos diversos. Ou porventura somente primos.
O quê tu pensas sobre uma história de Mike Blueberry e Tex Willer juntos?
Seria interessante, mas não creio que nós a leremos
um dia.
Tu assististe aos filmes “Tex e il Signore degli abissi” (“Tex e o Senhor do Abismo”, título no Brasil) e “Blueberry, l’expérience secrète” (“Blueberry – Desejo de Vingança”, título no Brasil)?
Sim. Eu não amei nenhum dos dois. Demais distantes
da minha ideia dos personagens e do mundo deles.
Tex e Blueberry já foram publicados em mais de 20 países. A quê se deve o sucesso desses dois heróis western?
O western é um gênero que não morrerá nunca. Os seus
heróis, sempre iguais depois de tantos anos, constituem, para nós, uma certeza
e uma fuga de um mundo complicado. No Oeste, as regras são simples, é fácil
entrar nas histórias, divertir-se, identificar-se. Por isso assim tantos
leitores continuam a seguir os nossos dois heróis.
Qual é o teu ponto de vista sobre publicações de novos títulos de histórias em quadrinhos western?
Tem havido propostas muito interessantes (entre
todos Mágico Vento), e eu vejo aparecer novos personagens. Eu espero sempre que
tenham sucesso e alguma vez acontece. Como eu disse, o western não morrerá
nunca!
Tex Romanzi a Fumetti n. 11 La frustata |
Nenhum comentário:
Postar um comentário